Di.Visioni in Rete
Parole in azione E' un progetto multimediale che pone l'attenzione sulle differenti modalità in cui due artiste interpretano uno stesso “tema”. In questo unico e particolare momento storico, che nessuno avrebbe mai pensato di dover affrontare, la declinazione e la concezione della realtà cambiano prospettiva ed il tempo assume una valenza del tutto personale e soggettiva. Cambiano i ritmi, le abitudini, le priorità e se nella frenesia della quotidianità i momenti di raccoglimento riflessivo sono perlopiù relegati agli avanzi di spazio e tempo, adesso è probabile che nelle ore del giorno siano preponderanti e che si tenti in qualche modo di concretizzare tutte le sfaccettature emotive che proviamo. Le basi di partenza sono quindi tutti i modi possibili in cui sono state declinate queste emozioni: racconti, poesie, canzoni, semplici frasi o sfoghi. In che modo possono prendere vita? E' questa la domanda che ci siamo poste per lo sviluppo del progetto. Partendo dal presupposto che ogni artista interpreta un testo secondo la sua personale visione, questo progetto si svilupperà nella creazione di due differenti cortometraggi, che saranno perciò in una dialettica continua. |
DIVENTA AUTORE DEL VIDEO - COME PARTECIPARE
Per prima cosa aprite la mente ed iniziate a scrivere, tutti sono invitati a partecipare e qualsiasi genere letterario è ammesso (una poesia, un racconto, una breve drammaturgia, il testo di una canzone, frasi, ecc..).
Selezionato il materiale ricevuto, gli autori verranno contattati per comunicare le modalità e le tempistiche per l'elaborazione dei video. In una prima fase le registe realizzeranno 2 video per ogni testo, da cui trarranno una propria interpretazione.
Il risultato finale sarà un cortometraggio in cui si porrà l'attenzione sulle diverse visioni interpretative che possono nascere dallo stesso testo.
Tutti i video e i testi saranno pubblicati sul sito, che fungerà da vero e proprio palinsesto virtuale.
Per l'invio del materiale e per eventuali domande l'indirizzo da contattare è il seguente:
[email protected]
Selezionato il materiale ricevuto, gli autori verranno contattati per comunicare le modalità e le tempistiche per l'elaborazione dei video. In una prima fase le registe realizzeranno 2 video per ogni testo, da cui trarranno una propria interpretazione.
Il risultato finale sarà un cortometraggio in cui si porrà l'attenzione sulle diverse visioni interpretative che possono nascere dallo stesso testo.
Tutti i video e i testi saranno pubblicati sul sito, che fungerà da vero e proprio palinsesto virtuale.
Per l'invio del materiale e per eventuali domande l'indirizzo da contattare è il seguente:
[email protected]
CALL SCADUTA
I LAVORI DEI PARTECIPANTI SELEZIONATI
Dario Pierotti - "Sbronza"
"Suono ancestrale che pervade l'animo,
stanotte dormirei sotto la tua benedizione,
acqua che battezza i miei demoni"
stanotte dormirei sotto la tua benedizione,
acqua che battezza i miei demoni"
Maurizio Maffezzoli - "L'unica soluzione impossibile"
"Al mondo in quanto a originalità, stravaganza e fantasia siamo proprio fregati. Maledettamente asciutti! Credi di essere unico? Sì certo anche io, come te, lo sono. Già, credo di esserlo. Indiscutibilmente. Ma come fai ad evitare come una piaga stomachevole la piattezza della temuta banalità se prima di noi, in quella che si chiama Storia, hanno vissuto filosofi, eccelsi drammaturghi e commediografi più attuali che mai, inventori e pensatori? Poi splendidi pittori, uomini politici mille volte semplici uomini prima che politici, pazzi geniali musicisti, sublimi poeti e ragazzi maestri di cinema? Prendi quel ragazzo di cui ti ho parlato tante di quelle volte da farti impazzire, sragionare e bestemmiare. Ma sì, è un tipo unico noi diremmo. Un tipo strano direbbe qualcun altro. A quest’ora è capace di essere in una città come Rimini camminando ininterrottamente sul lungo mare o al molo su un qualche muretto o sulla spiaggia in pieno maltempo con un cappotto color cammello (anche d’estate!), le cuffie nelle orecchie incantato da colonne sonore di vecchi film o dai cantautori. Quella musica lo fa diventare letteralmente un personaggio filmico, chissà che gli passa per la testa a quello lì. Studia antropologia. Noi, modestamente, abbiamo negli occhi quella luce tipica del cinema in bianco e nero. Non credi? E anche quello a colori certo! È come avere le pupille lucide di memorie su memorie impresse nell’antica roccia, nell’umida terra. Viene quasi voglia di baciarla e leccarla, quella roccia e quella terra, per sentirne il sapore. Abbiamo imparato a passeggiare alla maniera degli artisti amati, di dandy contemporanei un po’ rudi o di scrittori che continuano a guardare intorno a sé ogni realtà oggettiva. Porta pazienza se ci considerano matti, è la strada per l’autenticità. Malinconici forse, ma autentici. Questa nostra lucida e continua fuga dalla fabbricazione di personalità ovvie sputate come il tabacco masticato dai nostri nonni, con scopi talmente prevedibili e feroci da gelare il sangue. Io non scordo che sono uno scrittore di cinema, un regista, un costruttore di storie. Tu non scordare mai la recitazione a te tanto cara. Una coppia di due perfetti divertenti bugiardi. Ma ricorda che al mondo in quanto a originalità, stravaganza e fantasia siamo proprio fregati. Siamo piacevolmente contaminati dal passato, ci divertiamo e pensiamo grazie al passato. Il passato della nostra terra, il passato del nostro paese. Oh i protagonisti del passato... Eroi e antieroi, tutti. Ma noi ci sentiamo particolari, irripetibili senza presunzione alcuna. Forse oggi in mezzo al fango lo siamo davvero, oppure siamo solo meno peggio di tanti altri. Puntualmente siamo ancora qui a cercare di fare quello che vogliamo senza sporchi compromessi di nessun sporco genere. Forse per essere davvero unici e pieni di nuova ispirazione abbiamo bisogno un po’ tutti di tornare alla preistoria, fin dall’età della
pietra dico io. Può servire a noi e a quelli come noi se mai ne sono sopravvissuti. “Verso una nuova preistoria” diceva un poeta assassinato. La preistoria, sì. L’unica maniera per ricominciare dal principio, per reinventare tutto quanto, anche il fottuto sopravalutato e indispensabile amore. Andrà meglio vedrai. Se basta crederci noi non ci impieghiamo nulla a crederci. Dico bene? Ci vuole poco vero?"
pietra dico io. Può servire a noi e a quelli come noi se mai ne sono sopravvissuti. “Verso una nuova preistoria” diceva un poeta assassinato. La preistoria, sì. L’unica maniera per ricominciare dal principio, per reinventare tutto quanto, anche il fottuto sopravalutato e indispensabile amore. Andrà meglio vedrai. Se basta crederci noi non ci impieghiamo nulla a crederci. Dico bene? Ci vuole poco vero?"
Ivano Mingotti - "Povera Italia!"
-Il testo seguente è un frammento della sceneggiatura di Mingotti-
"Donna2: Comunque stai tranquilla, come si è acceso si spegne... Fanno tutto loro, noi non dobbiamo far niente. (scandendo bene Niente)
Donna1: Ok...(risiedendosi)
Donna2: Eh... (sospirando) quanto vorrei essere in pensione...
Donna1: A chi lo dici...
Donna2: Non fare niente, stare belli rilassati, prendere i soldi... fare dei bei giri...
Donna1: Una bella crociera.
Donna2: Ma io dico, ma lo Stato... invece di pagare per cose ridicole, perché non dà a tutte noi una bella pensione?
Donna1: Brava! Già che dobbiamo sopportare tutti gli uomini, ce la meritiamo! (tossendo)
Donna2: Altro che reddito di cittadinanza, ci vuole il reddito di femminilità! (tossendo)
Donna1: Sei un genio, amo! (tossendo)
(la luce rossa avvampa sempre di più, si sente un leggero sfrigolio di fuoco)
Donna1: Uff, che caldo (tossendo)
Donna2: Forse ci siamo vestite troppo pesanti...(tossendo)
Donna1: Ma no, mi sembra giusto (tossendo)
Donna2: Non possiamo mica andare in giro come la Clara (tossendo)
Donna1: Però, è davvero fatto bene, eh? (guardando verso la luce rossa a sinistra)
Donna2: (guardando verso luce anche lei) Ma sì, è finto, adesso lo spengono...
Donna1: Che poi potevano farlo meglio, eh... è solo un fuocherello...
Donna2: Sì ma si spegnerà da solo, vedrai, tra poco...
Donna1: (tossendo forte) Che caldo infernale. Maledetta estate!
Donna2: Ma cara, non siamo ancora in estate, non è passato giugno!
Donna1: Ma non inizia più a giugno come una volta...
Donna2: Signore (alzandosi e guardando il tizio, tossendo forte), la finiamo o dobbiamo tirarla ancora per le lunghe?
Donna1: Ma sì, è un fuocherello, non l'hanno fatta granché bene. Oh (colpita da un rumore forte proveniente dal
fuoco) forse ora sì. Ora sì che sembra un incendio (divertita).
Donna2: Adesso la finiamo che sono stufa, eh. Siam venute a fare un giro, lo spettacolo è noioso (non fa in tempo a finire di parlare che ha un accesso di tosse)
Donna1: Che bello. Che effetti speciali!
Donna2: Lo spegniamo questo casino o no? Siamo stufe.
Donna1: Magari dovevamo davvero far qualcosa...
Donna2: Ma che c'entriamo noi? Non dobbiamo far niente, come abbiamo sempre fatto. Niente. Adesso si spegne da solo, vedrai (accesso di tosse)
Donna1: Che caldo (tossendo) basta però!
Donna2: Su, finitela con sto casino o avete perso due clienti, capito?
Donna1: Brava, diglielo!
Donna2: Vedrai, ora ci pensano loro. Spegneranno tutto e via, stai tranquilla (molta tosse)
Donna1: Però che effetti speciali (molto stanca, come se avesse un mancamento)
Donna2: Ora passa tutto, dobbiamo solo star qui e continuare a non far niente. Passa tutto, vedrai... passa tutto (molto stanca anche lei, idem mancamento)
Donna1: Chissà quanto hanno speso...
Donna2: Non badano a spese, te l'ho detto (sempre più debole)
Donna1: Che robe, questi centri commerciali...
Donna2: Stiamo qui e non facciamo niente (sempre più debole)
Donna1: Niente, sì... passerà (debolissima)
Donna2: Niente...
(le due si accasciano a terra, la luce diventa rossissima, quindi buio, sipario si chiude)
(sipario si riapre. Solo luce, niente in scena, luce molto forte e solare, come fossimo all'aperto in una bella giornata)
(entra Marito1)
Marito1: Sapevo io che l'edicola era chiusa, lo sapevo! E mo' dove lo prendo il...
(Marito 1 si ferma, si guarda intorno sorpreso)
Marito1: Ma che è successo qua? (lentamente si incammina) Tutto bruciato... (Marito1 tocca il terreno, lo annusa: puzza)
Marito1: Madonna...
(Marito1 cammina con cautela, guarda lontano come se tutto fosse bruciato anche là, in fondo)
Marito1: Tutto in cenere... madonna... Che vergogna... (Marito1 è arrabbiato)
Marito1: Ma io dico, ma io dico, ma dov'era il Pd mentre tutto andava a fuoco? Eh?
(ripete tra sé e sé la frase, guardandosi intorno, tastando il terreno, e diventa sempre più sconsolato)
Marito1: Eh? Dov'era?
(Marito1 è sempre più sconsolato, moscio... si trascina avanti, verso il pubblico, guarda il pubblico con un volto tristissimo e
poi, pian piano, si trascina fino alla quarta)
Marito1: Povera Italia... povera, povera Italia (sussurrando mesto)
(buio, sipario, fine)"
"Donna2: Comunque stai tranquilla, come si è acceso si spegne... Fanno tutto loro, noi non dobbiamo far niente. (scandendo bene Niente)
Donna1: Ok...(risiedendosi)
Donna2: Eh... (sospirando) quanto vorrei essere in pensione...
Donna1: A chi lo dici...
Donna2: Non fare niente, stare belli rilassati, prendere i soldi... fare dei bei giri...
Donna1: Una bella crociera.
Donna2: Ma io dico, ma lo Stato... invece di pagare per cose ridicole, perché non dà a tutte noi una bella pensione?
Donna1: Brava! Già che dobbiamo sopportare tutti gli uomini, ce la meritiamo! (tossendo)
Donna2: Altro che reddito di cittadinanza, ci vuole il reddito di femminilità! (tossendo)
Donna1: Sei un genio, amo! (tossendo)
(la luce rossa avvampa sempre di più, si sente un leggero sfrigolio di fuoco)
Donna1: Uff, che caldo (tossendo)
Donna2: Forse ci siamo vestite troppo pesanti...(tossendo)
Donna1: Ma no, mi sembra giusto (tossendo)
Donna2: Non possiamo mica andare in giro come la Clara (tossendo)
Donna1: Però, è davvero fatto bene, eh? (guardando verso la luce rossa a sinistra)
Donna2: (guardando verso luce anche lei) Ma sì, è finto, adesso lo spengono...
Donna1: Che poi potevano farlo meglio, eh... è solo un fuocherello...
Donna2: Sì ma si spegnerà da solo, vedrai, tra poco...
Donna1: (tossendo forte) Che caldo infernale. Maledetta estate!
Donna2: Ma cara, non siamo ancora in estate, non è passato giugno!
Donna1: Ma non inizia più a giugno come una volta...
Donna2: Signore (alzandosi e guardando il tizio, tossendo forte), la finiamo o dobbiamo tirarla ancora per le lunghe?
Donna1: Ma sì, è un fuocherello, non l'hanno fatta granché bene. Oh (colpita da un rumore forte proveniente dal
fuoco) forse ora sì. Ora sì che sembra un incendio (divertita).
Donna2: Adesso la finiamo che sono stufa, eh. Siam venute a fare un giro, lo spettacolo è noioso (non fa in tempo a finire di parlare che ha un accesso di tosse)
Donna1: Che bello. Che effetti speciali!
Donna2: Lo spegniamo questo casino o no? Siamo stufe.
Donna1: Magari dovevamo davvero far qualcosa...
Donna2: Ma che c'entriamo noi? Non dobbiamo far niente, come abbiamo sempre fatto. Niente. Adesso si spegne da solo, vedrai (accesso di tosse)
Donna1: Che caldo (tossendo) basta però!
Donna2: Su, finitela con sto casino o avete perso due clienti, capito?
Donna1: Brava, diglielo!
Donna2: Vedrai, ora ci pensano loro. Spegneranno tutto e via, stai tranquilla (molta tosse)
Donna1: Però che effetti speciali (molto stanca, come se avesse un mancamento)
Donna2: Ora passa tutto, dobbiamo solo star qui e continuare a non far niente. Passa tutto, vedrai... passa tutto (molto stanca anche lei, idem mancamento)
Donna1: Chissà quanto hanno speso...
Donna2: Non badano a spese, te l'ho detto (sempre più debole)
Donna1: Che robe, questi centri commerciali...
Donna2: Stiamo qui e non facciamo niente (sempre più debole)
Donna1: Niente, sì... passerà (debolissima)
Donna2: Niente...
(le due si accasciano a terra, la luce diventa rossissima, quindi buio, sipario si chiude)
(sipario si riapre. Solo luce, niente in scena, luce molto forte e solare, come fossimo all'aperto in una bella giornata)
(entra Marito1)
Marito1: Sapevo io che l'edicola era chiusa, lo sapevo! E mo' dove lo prendo il...
(Marito 1 si ferma, si guarda intorno sorpreso)
Marito1: Ma che è successo qua? (lentamente si incammina) Tutto bruciato... (Marito1 tocca il terreno, lo annusa: puzza)
Marito1: Madonna...
(Marito1 cammina con cautela, guarda lontano come se tutto fosse bruciato anche là, in fondo)
Marito1: Tutto in cenere... madonna... Che vergogna... (Marito1 è arrabbiato)
Marito1: Ma io dico, ma io dico, ma dov'era il Pd mentre tutto andava a fuoco? Eh?
(ripete tra sé e sé la frase, guardandosi intorno, tastando il terreno, e diventa sempre più sconsolato)
Marito1: Eh? Dov'era?
(Marito1 è sempre più sconsolato, moscio... si trascina avanti, verso il pubblico, guarda il pubblico con un volto tristissimo e
poi, pian piano, si trascina fino alla quarta)
Marito1: Povera Italia... povera, povera Italia (sussurrando mesto)
(buio, sipario, fine)"
Tommaso Dani - Testo senza titolo
"...come mi vedi così sono...le maschere vengono indossate da chi teme il confronto , per chi vuole
partecipare in sordina , per chi vuole misurare l'interlocutore , per paura di esser preso in fallo...i temerari
, i pensatori romantici, gli utopistici , che credono ancora nella sincerità , non si preoccupano di ciò che
accadrà , hanno reso randagi i loro rimpianti , hanno esiliato in atolli sperduti le loro paure...questi
samurai sopravvivranno...la katana che gelosamente custodiscono reciderà teste...preselezione naturale
all'origine..."
partecipare in sordina , per chi vuole misurare l'interlocutore , per paura di esser preso in fallo...i temerari
, i pensatori romantici, gli utopistici , che credono ancora nella sincerità , non si preoccupano di ciò che
accadrà , hanno reso randagi i loro rimpianti , hanno esiliato in atolli sperduti le loro paure...questi
samurai sopravvivranno...la katana che gelosamente custodiscono reciderà teste...preselezione naturale
all'origine..."
Mirko Federici - "Fragile bellezza della vita"
"Alla vita ero appena tornato,
la solitudine era ormai lontana,
i tristi giorni superati.
La speranza di oggi
la nuova pandemia
vuol rendere vana.
Una nuova prova
siamo a verificare,
un nuovo
cammino percorrere.
Fragile è la vita,
tanti amici si son persi
lungo il percorso.
Nell’ abisso già
ho guardato e
con fatica l‘ho risalito.
Nell’ amore e
nel dolore ho vissuto.
Anche quando sembrava
tutto perduto,
di lottar il coraggio
mai mi ha abbandonato."
la solitudine era ormai lontana,
i tristi giorni superati.
La speranza di oggi
la nuova pandemia
vuol rendere vana.
Una nuova prova
siamo a verificare,
un nuovo
cammino percorrere.
Fragile è la vita,
tanti amici si son persi
lungo il percorso.
Nell’ abisso già
ho guardato e
con fatica l‘ho risalito.
Nell’ amore e
nel dolore ho vissuto.
Anche quando sembrava
tutto perduto,
di lottar il coraggio
mai mi ha abbandonato."